PREMESSA
Domani e lunedì c’è un referendum importante in Italia. Tutte le occasioni di voto dovrebbero essere importanti, ma questo lo è di più perché riguarda questioni che influenzano in maniera diretta la vita della maggior parte delle cittadine e dei cittadini del nostro Paese.
In altre parole: sono questioni facilmente comprensibili e che avrebbero conseguenze dirette sulla popolazione a partire da subito.
Esattamente come sono stati, ad esempio, il referendum sul divorzio nel 1974, quello sull’aborto nel 1981, quello contro il nucleare del 1987 ma anche quello contro la privatizzazione dell’acqua pubblica nel 2011.
Se ne hai la possibilità, non sottovalutarla: vai a votare!
In questa newsletter:
Stati che scoraggiano il diritto di voto
Stati Uniti, Uganda, Venezuela
Chi promuove la partecipazione al voto
Iniziative pubbliche ufficiali
Generalmente tutte le nazioni democratiche del mondo mettono in atto iniziative per coinvolgere la popolazione a esercitare il suo diritto (e dovere) di voto. Questi sono due esempi virtuosi.
Svezia
L’autorità elettorale svedese è molto impegnata nelle iniziative volte a non influenzare le scelte di voto. Per questo diffonde solo informazioni di tipo procedurale e legale, e contemporaneamente usa tutti i mezzi a disposizione per coinvolgere la popolazione a esercitare il diritto di voto:
Utilizzo di tutti i media (TV, radio, stampa, social network, cartacei via posta, video animati)
materiali informativi tradotti in oltre 20 lingue, comprese quelle delle minoranze e dei gruppi migranti
accessibilità garantita per persone con disabilità visive, uditive o cognitive
coinvolgimento delle municipalità e biblioteche per distribuire materiale e ospitare incontri informativi.
personale addestrato nelle scuole e nei centri comunitari per spiegare il processo a nuovi elettori (es. giovani o immigrati).
Perù
Tra il 2000 e il 2010 sono state fatte numerose iniziative per portare al voto una gran numero di persone, in un Paese caratterizzato da popolazioni che vivono in aree remote e poco raggiunte dai media. Esempi che sono diventati un modello di accessibilità elettorale.
Aumento di punti informativi nelle aree rurali e remote.
Utilizzo di unità mobili per raggiungere le comunità più isolate.
Materiali informativi tradotti in lingue indigene.
Campagne di sensibilizzazione adattate alle specificità culturali delle diverse comunità.
Programmi educativi nelle scuole per formare nuovi elettori.
Implementazione di sistemi elettronici per facilitare il voto e lo scrutinio.
Collaborazioni con media e influencer per combattere la disinformazione e diffondere informazioni verificate.
Aziende che danno una spinta
Nel 2020, in Usa, ci sono state molte iniziative da parte dei brand per riportare le persone alle elezioni politiche (ricordiamo che le elezioni precedenti, quelle che elessero Trump nel 2016, erano state fortemente contestate per l’uso di Facebook e il suo legame con Cambridge Analytica → lo spiego bene qui).
Absolut
Il brand di vodka Absolut ha trasformato il noto “bevi responsabilmente” in un “vota responsabilmente”, spingendo le persone a posticipare il divertimento per andare a votare con la mente lucida.
Non solo: Ann Mukherjee, CEO dell’azienda proprietaria, ha dato un giorno libero retribuito per il giorno delle elezioni.



Nike
Con un video ispirazionale che include star dello sport come LeBron James, Naomi Osaka e Sue Bird, Nike manda il messaggio che non è necessario essere una star dello sport per avere un impatto significativo: ogni voce può contribuire al cambiamento e la voce del popolo non può essere messa a tacere.
Non solo: l’azienda ha collaborato con Lyft offrendo viaggi in auto scontati verso i seggi elettorali, soprattutto nelle comunità con accesso limitato ai trasporti.
Patagonia
Già nota come una delle aziende con il più alto impegno nella lotta contro il cambiamento climatico, Patagonia ha ben chiaro in mente chi dovrebbe essere fatto fuori: tutti i politici che negano la crisi ambientale e non fanno nulla per contrastarla.
Senza fare nomi, ha esortato la propria clientela a votare per eliminare questi personaggi - stampando un messaggio chiaro sul retro delle etichette dei suoi pantaloncini più venduti.
Vote the assholes out. Letteralmente: vota per far uscire gli str**zi.
Wired Italia
Interessante azione di guerrilla campaign da parte della rivista Wired Italia, in occasione delle elezioni europee del 2024. Hanno “hackerato” (cit.) centinaia di recensioni di prodotti su famosi shop, inserendo messaggi sull’importanza del voto.
Le recensioni sono state costruite per evidenziare come i temi elettorali possano influenzare la vita quotidiana, rendendo l'importanza del voto più accessibile e rilevante.





Stati che scoraggiano il diritto di voto
Stati Uniti
Soprattutto nell’ultimo decennio, sono state implementate diverse misure per ridurre la partecipazione al voto di alcuni gruppi demografici: leggi restrittive sull'identificazione, riduzione delle finestre temporali per il voto anticipato, chiusura di seggi elettorali in aree a maggioranza afroamericana o latina.
Uganda
Durante le elezioni del 2021, il governo ugandese ha ordinato il blocco totale di internet e dei social network, ostacolando la comunicazione e la diffusione di informazioni, con il duplice scopo di sopprimere la partecipazione elettorale e limitare la trasparenza delle elezioni.
Venezuela
Nel 2017, il governo venezuelano ha minacciato i dipendenti pubblici il licenziamento per chi non avesse votato e richiedendo loro di portare altri elettori al seggio. Una pratica che, sebbene sembri bipartisan e con lo scopo di portare alle urne, ha sollevato gravi preoccupazioni riguardo alla libertà e alla trasparenza del processo elettorale.
Uno Stato che ti dice chiaramente di NON andare a votare
L’attuale governo Meloni, in Italia.
Per costruire questa uscita ho impiegato 3 ore e 5 minuti che avrei potuto passare a chiacchierare con persone meravigliose o a iniziare una nuova produzione di kombucha.
Facciamo fruttare questo tempo: inoltrala a chi ancora non la riceve e potrebbe trovarla interessante.