Not here but now è una campagna OOH (Out Of Home, ovvero le pubblicità progettate per essere fruite fuori da casa) uscita per la prima volta in Svizzera nel 2006 per Amnesty International.
Raramente le pubblicità con immagini forti mi colpiscono positivamente, questa è una di quelle.
[Descrizione immagine: La parete di una cabina telefonica sembra trasparente e sembra che dall’altra parte del vetro ci sia un bambino nero: il bambino imbraccia una mitragliatrice, ha una tshirt rossa e i jeans, una cravatta variopinta e un paio di infradito rosa ai piedi. A terra è pieno di bossoli.]
Guardando bene la foto si nota che è un cartellone che riproduce il paesaggio del luogo in cui è posizionato, inserendo però un elemento che sarebbe impossibile da trovare in Svizzera.
Bambini armati, persone maltrattate da forze dell’ordine, prigionieri a Guantanamo: sono solo alcuni dei 200 soggetti realizzati, tutti raffiguranti violazioni dei diritti umani nel mondo. Una produzione a dir poco stupefacente per essere un multi soggetto mono-mediale (tanto più con le affissioni in una piccola città come Zurigo).
Guarda questa foto alla pensilina del bus quanto è realistica!
[Descrizione immagine: Fermata di autobus o tram, con un vetro trasparente che contiene una fotografia. Attraverso il vetro della fermata si vede una scena di prigionia o tortura: una persona dalle sembianze femminili è seduta sulla panca della fermata, è legata con una corda, mentre una persona in uniforme dalle sembianze maschili la prende i capelli con una mano e con l’altra le punta il manganello vicino alla testa]
L’effetto è d’impatto: impossibile non notarla e di conseguenza impossibile non riflettere sul proprio stupore. Tranquillo, abitante della ricca e pacifica Zurigo: non sta succedendo qui. Però sta succedendo ora in un’altra parte del mondo.
[Descrizione immagine: una persona che sembra essere sospesa in aria, tenuta da catene che pendono da una struttura simile a un'altalena. La persona è vestita con abiti chiari e sembra essere in una posizione innaturale, come se fosse stata catturata in un momento di movimento o caduta. Sullo sfondo, si vede una recinzione metallica, un albero e una parte di un edificio con finestre.]
Nel 2006 non esisteva ancora l’amplificazione mediatica dei social network ma ci fu comunque una grande diffusione della campagna online, grazie agli ancora prolifici blog: ben 400 blog ne parlarono, facendo registrare un numero di visite al sito di Amnesty 25 volte maggiore del solito.
Il successo di Not here but now l’ha fatta esportare in tante altre città d’Europa.
Prima di lasciarvi con qualche altra immagine che sono riuscita a recuperare dal web, una curiosità dall’AD dell’agenzia Walker (adesso chiusa):
Poiché i telai dei poster non potevano essere smontati per lo scatto, abbiamo dovuto trovare un modo per fotografare lo sfondo dal punto di vista visivo dell'osservatore, senza avere il telaio del poster che lo coprisse. Ci sono voluti un paio di giorni per capirlo.
Inoltre, il team ha dovuto accelerare tutto il processo perché qualsiasi cambiamento significativo nell'ambiente – da cantieri a cambiamenti stagionali – avrebbe causato problemi visivi nella composizione finale.





Ti è piaciuta questa campagna? Se non l’avevi mai vista, segui questa newsletter per scoprire altre perle nascoste della pubblicità sociale. Oppure inviala ad altre persone!