Ha senso inviare una newsletter di sabato sera/notte (a seconda dei punti di vista)?
Secondo qualsiasi statistica, no.
Ma, per rispettare il mio impegno mensile a inviarla entro oggi, lo faccio comunque.
Stasera ti mostro una campagna coraggiosa perché è una delle poche che cerca di fare la sua parte contro la violenza di genere rivolgendosi direttamente ai maschi adolescenti e senza usare immagini o parole scioccanti.
Il formato video condiviso sui grandi schermi e sui social è solo una piccola parte della campagna, che ha una parte interattiva interessante (ne parlo meglio qui sotto in Distribuzione); intanto guarda questo [durata: 35 secondi]
Insight in vista
Secondo un sondaggio commissionato a Ogilvy Consulting per l’occasione, due uomini su tre vorrebbero intervenire in situazioni di questo genere ma non sanno cosa dire. Inoltre, un londinese su quattro tra i 19 e i 34 anni si pente inoltre di non aver rimproverato un amico o un familiare per comportamenti misogini.
Se è vero che la violenza di genere inizia (anche) dal linguaggio che si usa, la campagna usa il linguaggio stesso dei giovani uomini per mostrare quali siano gli atteggiamenti pericolosi e contemporaneamente come si possa mettere un freno.
Fa leva sul bandwagon effect ovvero sulla tendenza a fare ciò che fanno le persone intorno a te, soprattutto se le reputi degne di fiducia. Quindi: se gli amici possono portarti a fare qualcosa di sbagliato, ci sono però anche gli amici che ti portano a rivedere il tuo modo di pensare/parlare.
Distribuzione
Il sito internet del sindaco Khan ospita l'intero progetto della campagna il cui fulcro è costituito da un video interattivo di 4 minuti con cui si può intervenire quando si ha l'impressione che il nostro amico stia dicendo qualcosa di sessista o misogino: i dialoghi cambiano a seconda che tu intervenga oppure no.
La pagina non si limita però al video interattivo ma è ricca di informazioni, risorse esterne e FAQ: l'obiettivo non è autoreferenziale ma vuole fornire reali informazioni a chi non capisce cosa sia un linguaggio sessista e misogino.
Una parola di elogio va anche all'accessibilità: sono presenti una descrizione audio del video, dei sottotitoli personalizzabili e, come nel resto del sito, puoi scrivere se incontri difficoltà con tecnologie assistive alla vista o se vuoi un pdf riassuntivo.
La campagna è stata realizzata da Ogilvy, Elonex, Rockbox, Hi! Street e Jack Arts mentre LADbible Group è media partner ufficiale. Il video ha avuto una grande diffusione grazie al supporto di personaggi maschi famosi, come l'attivista digitale Max Selwood e l'attore comico Romesh Ranganathan, ed è stato anche proiettato sul famoso e iconico megaschermo Piccadilly Lights.
Il costo complessivo è stato notevole: oltre 219mila sterline (quasi 260mila euro). Il budget non riguarda naturalmente solo la realizzazione del video ma una serie di attività tra cui studi comportamentali e di ricerca, la produzione di materiali stampati, lo sviluppo del video interattivo e tutte le spese per la pubblicità a pagamento. Inoltre, i partner della campagna hanno contribuito con servizi equivalenti a oltre 1.5 milioni di sterline offerti gratuitamente, che comprendono spazi mediatici, creazione di contenuti e il coinvolgimento di influencer.
Oltre “Maaate”
Questa campagna fa parte degli sforzi del sindaco Sadiq Khan per affrontare la VAWG (Violence Against Women and Girls), da una parte fornendo sostegno a donne e ragazze (con investimenti per rendere gli spazi pubblici della capitale più sicuri), dall'altra parte provando a educare i londinesi sul pericolo rappresentato da atteggiamenti e comportamenti misogini. .
Quest’ultimo invito all’azione infatti si basa sulla precedente campagna #HaveAWord, lanciata nel 2022, che invitava gli uomini a “scambiare una parola con sé stessi" e poi con i loro amici. Secondo il sondaggio che seguì quella campagna, molti uomini hanno affermato che avrebbero denunciato un comportamento misogino se lo avessero visto e se avessero saputo cosa dire. Questa nuova iniziativa – “Say Maate to a mate”, dà loro la parola da dire.
Siamo alla terza uscita di questa newsletter sulle campagne sociali che mi sono piaciute. Ne hai qualcuna da consigliarmi? Scrivimi!